In questo articolo verranno elencati tre studi scientifici dimostrativi, tra i diversi a disposizione, a titolo esemplificativo, per rilevare come il settore dello yoga non sia privo di evidenze scientifico-sperimentali.
1) Uno studio dei ricercatori della Boston University School of Medicine (BUSM), del New York Medical College (NYMC), e del Columbia College of Physicians and Surgeons, la cui pubblicazione è apparsa nella versione online del Medical Hypotheses (Streeter C.C., Gerbarg P.L, Saper R.B., Ciraulo D.A, Brown R.P., Effects of yoga on the autonomic nervous system, gamma-aminobutyric-acid, and allostasis in epilepsy, depression, and post-traumatic stress disorder, Med Hypotheses. 2012 May; 78(5):571-9. doi: 10.1016/ j.mehy. 2012.01.021. Epub 2012 Feb 24) prova che lo yoga può essere efficace nel trattamento di pazienti con stress, disturbo d’ansia, depressione, alcune forme di dolore cronico, disturbo da stress post-traumatico ed epilessia. Tale studio parte dall’ipotesi sperimentale che un forte stress provochi una riduzione dell’acido gamma amino-butirrico (GABA), un particolare neurotrasmettitore la cui ridotta funzionalità è associata ai disturbi suddetti. Il presente studio dimostra che la pratica costante dello yoga agisce sul cervello riportando alla normalità tale neurotrasmettitore.
2) Un’analisi sistematica, su diversi studi, condotta da ricercatori statunitensi del Duke University Medical Center, pubblicata su Frontiers in Psychiatry (Balasubramaniam M., Telles S. and Doraiswamy PM. (2013), Yoga on our minds: a systematic review of yoga for neuropsychiatric disorders, Front. Psychiatry 3:117. doi: 10.3389/ fpsyt.2012.00117), per esaminare gli effetti dello yoga su diversi disturbi psichiatrici come la sindrome da iperattività e deficit di attenzione (ADHD), deficit cognitivo, schizofrenia, depressione, disturbi alimentari e del sonno, avrebbe evidenziato che rispetto alla maggior parte di tali disturbi lo yoga avrebbe effetti benefici. Gli unici disturbi su cui gli studi fatti, secondo tale disamina, non erano sufficientemente significativi sono quelli alimentari e cognitivi. Tra i risultati di questa revisione vi è l’evidenziazione di uno studio che analizza la correlazione benefica tra la pratica yoga e infiammazioni, stress ossidativo, neurotrasmettitori, lipidi ed altro. Gli autori di tale sistematica analisi evidenziano come, nonostante tali studi siano promettenti, non sono ancora definitivi in quanto svolti su piccoli campioni, motivo per cui affinché lo yoga possa essere utilizzato su pazienti affetti da disturbi mentali è necessaria una ricerca più vasta e rigorosa.
3) Questo studio (Janice K. Kiecolt-Glaser, Jeanette M. Bennett, Rebecca Andridge, Juan Peng, Charles L. Shapiro, William B. Malarkey, Charles F. Emery, Rachel Layman, Ewa E. Mrozek and Ronald Glaser, Yoga’s Impact on Inflammation, Mood, and Fatigue in Breast Cancer Survivors: A Randomized Controlled Trial, Journal Of Clinical Oncology, 10.1200/JCO.2013.51.8860) condotto da dei ricercatori guidati da Janice Kiecolt-Glaser, docente di psichiatria e psicologia alla Ohio State University, dimostra che la pratica dello yoga riduce l’infiammazione, ovvero la risposta dell’organismo a ferite e irritazioni causate da diversi fenomeni tra cui i microorganismi. Tale evidenza sperimentale sarebbe emersa attraverso la rilevazione di tre citochine che sono quelle molecole che indicano la presenza di un’infiammazione, coloro che avevano praticato yoga per tre mesi avevano livelli inferiori nel sangue dal 10 al 15% di tali molecole.