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La veggenza spirituale

Nel presente video viene messo in evidenza come ogni tradizione religiosa fonda la sua stessa esistenza e ragion d'essere su eventi soporannaturali (contatti con un Ente supremo, divino e trascendentale o i suoi emissari, reincarnazione, resurrezioni, angeli o deva, demoni o asura, anima o ātman e relativa immortalità, esistenza di più piani di esistenza, ecc...) e in particolare sulle rivelazioni divine o trascendentali di pochi individui che hanno fatto da tramiti tra questo e altri piani di esistenza superiori, attraverso quella che può essere definita, a ragion veduta, veggenza spirituale, aspetto non adeguatamente evidenziato dal mainstream religioso.

Inizio (Genesi), Fine (Apocalisse), tempi attuali e simbolismi biblici e vedici

Nel presente video verranno descritti e comparati alcuni simboli di matrice induista, ebraica e cristiana e messi in relazione all'epoca attuale.

Il Serpente Antico, Eva, Māyā e l’Apocalisse

Cosa ci raccontano i tempi presenti? la situazione attuale è il risultato di un grande squilibrio ma non terreno, quello è il sintomo visibile, la malattia vera è lo squilibrio spirituale dovuto ad un oscuramento massivo della coscienza. Se l'essere umano non riequilibra la sua doppia natura, oscura (tamas, nell'Induismo)) e luminosa (sattva, nell'Induismo), la situazione non può che complicarsi. Più aumenta la forza di Māyā (sostantivo sanscrito femminile, il cui significato originale è quello di “creazione” indica, nella metafisica induista, l’illusione fenomenica, materiale, il potere di ciò che appare, che vela l’essenza di ogni cosa) e più l’essere umano non reagisce rimanendo inerme e più un altro aspetto della Madre Divina, questa volta distruttivo, Kālī, il cui compito è proprio quello di ripristinare l’equilibrio tra le due componenti della Creazione (componente oscura o tamasika e componente luminosa o sattvika), aumenta la sua azione destabilizzante a livello planetario ed individualmente, sino a quando ciascuno non indebolirà singolarmente questa potente illusione. Ma come cominciare a liberarsi da questa potente azione illusoria e perché, a volte, sembra impossibile? Cosa dice lo Gnosticismo Cristiano su questo argomento? Che legame ha Māyā, l’illusione terrena, con Satana, il Serpente Antico, conosciuto anche come Vritra, l’Avviluppatore, il Primo tra i Serpenti, nell’Induismo? Come quest’azione “avviluppatrice” influisce su Eva che rappresenta la coscienza femminile nel mondo ed in senso generale le donne? Cosa può fare la donna per riappropriarsi della vera saggezza spirituale (Vidya, Sophia, Shekhinah o Spirito Santo) che le deriva dall’innato e intimo legame con la Madre Divina, unico modo per normalizzare l’azione massiva di Kālī e favorire l’ingresso della Luce Cristica secondo anche la visione gnostica cristiana? Cosa può fare l’uomo per aiutare la donna in questo difficile processo che lo riguarda direttamente? Che nesso ha tutto questo con l’Apocalisse cristiana, definita Kranti nell’Induismo? Questo video segue dal video: “Il Serpente Antico, la Coscienza Femminile e l’Apocalisse” ma può essere visto anche singolarmente.

Il Serpente Antico, la Coscienza Femminile e l'Apocalisse

Alcuni degli argomenti trattati in questo video:
- La doppia natura dell'essere umano (componente oscura o tamasika e componente luminosa o sattvika).
- Il Satana cristiano nelle altre tradizioni antiche, azione reale e relazione con questi tempi.
- Importanza della Madre Divina e dell’azione della Coscienza Femminile sul mondo, soprattutto, in quest'epoca.
- Kaliyuga induista e Apocalisse cristiana.

Le due stirpi, la Luce e l'Oscurità

Chi crede che questo titolo non c’entri con gli eventi attuali, si sbaglia. Purtroppo o meno male, dipende dalla prospettiva, è tutto scritto nelle simbologie mistiche e metafisiche antiche. Siamo sicuri di aver compreso il significato metafisico delle parole “Sia fatta la Tua Volontà come in Cielo così in Terra”? Siamo in mezzo ad un conflitto intestino, interiore ed esteriore, individuale e collettivo che dura da un tempo lunghissimo e quando c’è un conflitto, per definizione, c’è una dualità, il problema è che non è possibile scegliere, semplicisticamente, una parte o l’altra come ci è stato fatto credere. Chi sono i prototipi più antichi di questo dualismo, quali legami hanno con noi e perché sono estremamente attuali? In questo video, vedremo l'esistenza nelle religioni più o meno recenti, come quella ebraica e cristiana, di una dualità metafisica fondamentale dalla quale si sviluppa la dicotomia per eccelenza, quella di Bene e Male che, come vedremo, non è come che sembra o come è stato e viene superficialmente raccontato ma viene importata da profondi concetti metafisici sensibilmente più antichi. Questa dicotomia atavica tra Luce e Tenebre che successivamente struttura l’origine del concetto di Bene e di Male si sviluppa dalle tradizioni più antiche come quella sumera e induista (pre-vedica e vedica), analizzeremo l’origine, il senso, il significato e la funzione di questa profonda dicotomia metafisica, inerente all’umanità, sostrato delle tradizioni più antiche ma con significati e sensi metafisici ben più complessi di quello che posteriormente è divenuta nelle religioni relativamente più recenti. Cominceremo un viaggio tra le logiche moderne dei simbolismi più antichi, conosciuti, sino ad arrivare all’evento metafisico, mistico, planetario d’importanza fondamentale per tutta l’umanità, allora come ora, ovvero, la prima venuta di Gesù Cristo o Messia, ma anche di Giovanni Battista o Precursore, del quale la versione ufficiale, consapevolmente o meno, dice poco o niente, vedremo come entrambi hanno manifestato e continuano a manifestare la dualità centrale nell’evoluzione spirituale umana, insita nella Creazione stessa, incanalando principi antichi, insieme al tentativo di armonizzare gli “opposti”. Tutto questo ci porta chiaramente agli eventi attuali e al loro senso metafisico che agisce proprio qui e ora, in mezzo alla Mahakranti (grande rivoluzione, trasformazione, distruzione come profetizzato, per questi tempi, da Shrī Hairakhan Mahavatar Babaji, dal 1970 al 1984) uno dei punti più nevralgici e critici del Kaliyuga (Età nera, oscura o della discordia, considerata l'epoca attuale secondo l’Induismo) che è il corrispettivo induista dell’Apocalisse cristiana, alla fine dei tempi.

Maithuna, la sacra unione che ostacola l'azione del Serpente Antico

Il presente video spiega come il caos di oggi è il risultato del Male di ieri, le cause sono da ricercare in un antico "contagio" perpetrato si danni dell'umanità da parte del Serpente Antico (Vritra nell'Induismo, Nachash nell'Ebraismo, Satana nel Cristianesimo, Iblis o Shaytan nell'Islamismo, ecc...) che ha portato ai due "peccati" della Genesi (Peccato Originale e Diluvio Universale) che, come vedremo, sono caratterizzati da una profanazione sessuale ai danni degli aspetti femminili con i cui effetti facciamo i conti ancora (o più che mai) oggi. Il Maithuna, l'unione sacra tra principio maschile e femminile, spiegata dal vero Tantrismo del sentiero di sinistra (vāmamārga), è il mezzo iniziale per invertire con la stessa azione, uguale e contraria, questo processo disfunzionale antico. Solo così la Luce Occulta manifestata da Cristo e dalla Madre Divina può iniziare a manifestarsi. Questo video segue dai video: 1) “Il Serpente Antico, la Coscienza Femminile e l’Apocalisse” e 2) “Il Serpente Antico, Eva, Māyā e l’Apocalisse”, può essere visto singolarmente anche se per una comprensione maggiore degli argomenti trattati è consigliata la visione dei video precedenti.

Su Bhagavan (Dio)

'Tatraikastham jagat kritsnam pravibhaktam anekadhā apaśyad deva-devasya śarīre pāndavas tadā' 'Il pandava (Arjuna) vide l'intero universo, in tutte le sue parti e le sue innumerevoli forme, riunito nella Forma del Signore Supremo' Bhagavadgītā (11, v.13)
'Arjuna uvāca paśyāmi devāms tava deva dehe sarvāms tathā bhūta-viśesha-sanghān brahmānam īśam kamalāsana-stham rishīmś ca sarvān uragāmś ca divyān' 'Nel tuo Corpo, o Dio, vedo tutti gli dei e così tutti gli esseri, vedo Brahmā, colui che crea, seduto sul fiore di loto e tutti i saggi e i serpenti divini' Bhagavadgītā (11, v.15)
Il presente video è un'introduzione su Dio. Dio, in sanscrito Bhagavan o Ishvara, non appartiene per definizione a nessuno e ad alcuna “istituzione” antica o recente ed è, per definizione metafisica, il Creatore dell’Universo con circa 200 miliardi di galassie, della nostra galassia conosciuta come Via Lattea con circa 400 miliardi di stelle, del nostro sistema solare, con il Sole che è il nome che abbiamo dato ad una delle 400 miliardi di stelle nelle quali siamo letteralmente immersi e nonostante questo, quando anche gli scienziati più scettici ammettono che le probabilità che ci siano altre forme di vita intelligenti oltre a noi, solo nella nostra galassia, sono ovvie, si continua a credere ad un Dio che sia ebraico, cristiano, islamico, ecc…l’universo c’è da almeno 13 miliardi e 800 milioni di anni con il pianeta Terra che c’è da circa 4 miliardi e 500 milioni di anni e si continua a credere che Dio, il Creatore di Tutto, si possa incastrare in qualche istituzione umana specifica, fondata o codificata qualche migliaio di anni fa, non solo, ma si crede che, eventualmente, non abbia sempre portato un messaggio universale. Basta percepire un “dio” minore prigioniero di qualsivoglia istituzione religiosa o corrente mistica specifica per volontà di qualcuno. Dio non è lontano, in quanto anche nostro Creatore è intimamente vicino, è nel nostro DNA, è nell’aria che respiriamo, nel Sole che ci scalda e ci da’ la vita, nell’acqua che ci disseta, nel cibo che ci sfama, nel sorriso dei nostri bambini, nel regno animale, nella natura, nella gioia ma anche nel pianto, nel dolore, nella rabbia, quando nel buio totale e sordo scorgiamo una piccola luce e il suono della speranza…che sottovoce ci dice di continuare a lottare, è il Dio della Vita, dell’Esistenza stessa e come ci ricordano le Upanishad, antichi testi induisti, è intimamente vicino, immanente e contemporaneamente al di fuori, trascendente, direttamente percepibile e ineffabile allo stesso tempo…ma soprattutto è di tutti e nel contempo non è esclusivo di nessuno. Non serve “credere” a Dio e poi sentirlo costantemente distante o di “proprietà” di qualcun altro o qualcos'altro, va vissuto quotidianamente e con tutto il nostro essere, altrimenti non serve ma, al contrario, facciamo la volontà delle forze oscure che non vogliono renderci realmente liberi, perché un Dio così vicino potrebbe risvegliarci e perché da svegli e liberi si disturba.

Yoga e Apocalisse

‘Na veshadhāranam siddheh kāranam na ca tatkathā kriyaiva kāranam siddheh satyametanna samśayah’ ‘Né l’indossare le vesti di uno yogi, né il conversare di yoga sono causa della perfezione in esso, ma soltanto attraverso l’azione nella pratica si raggiunge la perfezione nello yoga, questa è la verità fuori da ogni dubbio’ Hathayogapradīpikā (1,66).
Il presente video è per coloro che sono interessati ad approfondire alcuni aspetti tecnici del legame che l'ashtangayoga o rajayoga, lo yoga tradizionale e originale, ha con la fonte da cui deriva e il suo fondamentale ruolo in questi tempi di forte destabilizzazione. Lo yoga funziona quando appreso e praticato così come ci è stato tramandato, senza involvere nei vari "yoga" occidentali che aumentano solo la confusione. Lo yoga è un sistema millenario che si sviluppa, indiscutibilmente, dalla metafisica induista ed ha con questa tradizione forti legami attraverso il sistema ortodosso (astika) dei darshana di cui fa parte ed è frutto di una conoscenza trascendentale trasmessa dal Divino stesso attraverso le sue infinite e molteplici forme, in un’epoca remota, alla specie umana al fine di avere dei mezzi tecnici, pratici e funzionali per contrastare gli aspetti oscuri e involutivi della Creazione che ostacolano l’evoluzione spirituale umana, soprattutto in passaggi di ciclo nevralgici come questo, definito Mahakranti (Grande Rivoluzione, Trasformazione, Distruzione) nell’Induismo, Apocalisse nel Cristianesimo, Qiyama (Giorno del Giudizio) nell’Islam. L'ashtangayoga è l’unica corrente metafisica millenaria che si fonda su un sistema bioenergetico complesso e strutturato della natura umana, caratterizzato dalla conoscenza dei chakra (centri energetici), delle nadi (canali sottili) e dei kosha (corpi, involucri, guaine) e che ha sviluppato su questo sistema una serie di meditazioni (dhyana) per dar modo all’essere umano di interagire consapevolmente e funzionalmente con la sua natura mistica, risvegliare il giusto ricordo spirituale e riappropriarsi così della connessione con la propria anima (atman). Qui verranno affrontati gli aspetti originali dello yoga, i suoi legami con la scuola metafisica induista del samkhya darshana e l'importanza dei mantra quale potente mezzo meditativo, all'origine dell'Induismo stesso, per contrastare la manipolazione perpetuata dalle forze oscure, attraverso Māyā, l’Illusione terrena, il cui obiettivo è rendere gli esseri umani sempre più intorpiditi, inermi, rassegnati, apatici, indifferenti, manipolabili e sostanzialmente privi di reazione. Ma perché lo yoga ci liberi deve essere l'ashtangayoga, il vero yoga tradizionale e originale del quale hathayoga, karmayoga, bhaktiyoga e jnanayoga sono aspetti e dal quale, originano e tornano.

Il maestro spirituale (guru), lo yoga e il demone (asura).

"La sillaba Gu indica l’oscurità e la sillaba Ru significa ciò che la disperde, il guru è definito tale proprio per la capacità di dissipare l’oscurità." Advayatāraka Upanishad (16)
Secondo l'interpretazione della Advayatāraka Upaniṣad, Upanishad appartenente allo Shukla (bianco) Yajurveda, uno dei quattro Veda, il termine guru deriva dalle sillabe sanscrite “gu” (oscurità, tenebre) e “ru” (svanire), avendo il significato dunque di colui che allontana l’oscurità, chiaramente, nel suo significato metafisico e spirituale. Nella filosofia metafisica induista, l’oscurità è connessa al tamas guna, quella qualità (guna) della materia (prakriti) che è alla base dell'illusione terrena (māyā), la causa dell'ignoranaza spirituale, particolarmente attiva in quest’epoca, definita, appunto, l'età oscura (kaliyuga), il tamas è quella qualità della materia che, sempre secondo la filosofia induista, caratterizza peculiarmente la categoria di entità conosciute come asura, i demoni induisti, così come il sattva guna, la qualità dell'armonia, caratterizza i deva, gli angeli induisti. Sul termine “guru”, come sulla sua reale funzione, si sono create numerose distorsioni, soprattutto in Occidente, così come, purtroppo, è accaduto con il termine “yoga” ed altri termini e concetti metafisici che sono stati estrapolati a proprio uso e consumo, dalla filosofia induista ma senza rispettarne, la fonte e il senso originale, forse perché, presi nella loro integrità, per qualcuno, probabilmente, sono scomodi. Si sente, spesso, da parte del mainstream ma anche da parte di certe correnti “new age” relativamente recenti, utilizzare il termine “guru” a sproposito, con intenti dissacranti o tendenti a banalizzarne il reale, originale, antico e profondo significato per come viene presentato all’interno della filosofia induista. Esistono molti maestri ed insegnanti, delle più svariate discipline, ma soltanto uno è il maestro spirituale o guru, colui al quale Bhagavan o Dio ha affidato la nostra anima, colui che conosce la nostra oscurità e la nostra luce senza giudicarci, colui che ci segue da “infinite” incarnazioni, colui che conosce perfettamente la nostra peculiare struttura bioenergetica e sa, pertanto, come intervenire sul nostro karma. Perché un legame del genere sia possibile è necessaria una sintonia tra anime unica, nell’universo. Il legame con il proprio maestro spirituale è uno dei più sacri e antichi e sovente, differentemente, da ciò che generalmente si crede, il guru non è incarnato. Eventualmente può accadere, semmai, che coloro i quali sono incarnati e vengono identificati dagli individui come guide o maestri spirituali, chiaramente quando in linea con il Dharma (la Legge Divina), possono essere "utilizzati" dal vero guru, che opera su altri piani, come catalizzatori terreni, perlopiù inconsapevoli, per “interagire” con il proprio discepolo, anche se è bene ricordare che il guru utilizza numerosi mezzi, anche non umani, come la natura stessa, per comunicare i suoi insegnamenti, i quali suggerisce e mai impone. Buona visione.

Ashtāngayoga, lo yoga è uno.

'Tatraikastham jagat kritsnam pravibhaktam anekadhā apaśyad deva-devasya śarīre pāndavas tadā' 'Il pandava (Arjuna) vide l'intero universo, in tutte le sue parti e le sue innumerevoli forme, riunito nella Forma del Signore Supremo' Bhagavadgītā (11, v.13)
'Arjuna uvāca paśyāmi devāms tava deva dehe sarvāms tathā bhūta-viśesha-sanghān brahmānam īśam kamalāsana-stham rishīmś ca sarvān uragāmś ca divyān' 'Nel tuo Corpo, o Dio, vedo tutti gli dei e così tutti gli esseri, vedo Brahmā, colui che crea, seduto sul fiore di loto e tutti i saggi e i serpenti divini' Bhagavadgītā (11, v.15)
Il presente video è un'introduzione su Dio. Dio, in sanscrito Bhagavan o Ishvara, non appartiene per definizione a nessuno e ad alcuna “istituzione” antica o recente ed è, per definizione metafisica, il Creatore dell’Universo con circa 200 miliardi di galassie, della nostra galassia conosciuta come Via Lattea con circa 400 miliardi di stelle, del nostro sistema solare, con il Sole che è il nome che abbiamo dato ad una delle 400 miliardi di stelle nelle quali siamo letteralmente immersi e nonostante questo, quando anche gli scienziati più scettici ammettono che le probabilità che ci siano altre forme di vita intelligenti oltre a noi, solo nella nostra galassia, sono ovvie, si continua a credere ad un Dio che sia ebraico, cristiano, islamico, ecc…l’universo c’è da almeno 13 miliardi e 800 milioni di anni con il pianeta Terra che c’è da circa 4 miliardi e 500 milioni di anni e si continua a credere che Dio, il Creatore di Tutto, si possa incastrare in qualche istituzione umana specifica, fondata o codificata qualche migliaio di anni fa, non solo, ma si crede che, eventualmente, non abbia sempre portato un messaggio universale. Basta percepire un “dio” minore prigioniero di qualsivoglia istituzione religiosa o corrente mistica specifica per volontà di qualcuno. Dio non è lontano, in quanto anche nostro Creatore è intimamente vicino, è nel nostro DNA, è nell’aria che respiriamo, nel Sole che ci scalda e ci da’ la vita, nell’acqua che ci disseta, nel cibo che ci sfama, nel sorriso dei nostri bambini, nel regno animale, nella natura, nella gioia ma anche nel pianto, nel dolore, nella rabbia, quando nel buio totale e sordo scorgiamo una piccola luce e il suono della speranza…che sottovoce ci dice di continuare a lottare, è il Dio della Vita, dell’Esistenza stessa e come ci ricordano le Upanishad, antichi testi induisti, è intimamente vicino, immanente e contemporaneamente al di fuori, trascendente, direttamente percepibile e ineffabile allo stesso tempo…ma soprattutto è di tutti e nel contempo non è esclusivo di nessuno. Non serve “credere” a Dio e poi sentirlo costantemente distante o di “proprietà” di qualcun altro o qualcos'altro, va vissuto quotidianamente e con tutto il nostro essere, altrimenti non serve ma, al contrario, facciamo la volontà delle forze oscure che non vogliono renderci realmente liberi, perché un Dio così vicino potrebbe risvegliarci e perché da svegli e liberi si disturba.

Sono un creatore…o forse no.

Cosa ci dice la metafisica induista ad esempio il rājayoga, l’āyurveda e il sāmkhya, sulla credenza molto diffusa, in certi ambienti, di essere dei creatori a tal punto da poter decidere consapevolmente quale realtà vivere? Oggi, più che mai, è diffusa la credenza che questo sia il periodo in cui ciascuno è nella condizione di riscoprirsi il creatore della propria realtà, una sorta di “Dio” in grado di piegare a proprio piacimento le leggi che governano il karma…e come tanti “Dei” stiamo “lavorando” per inaugurare la “nuova era”, creare un mondo più evoluto, più spirituale a “nostra immagine e somiglianza”, ovvero, degno degli “Dei”, quali siamo (anche se, dati gli ultimi avvenimenti, qualcuno si sta ridimensionando). Peccato che il mondo è all’interno di un caos e di una confusione sempre più massivi che come conseguenza sviluppano una sofferenza diffusa. Forse, in questo “atto creativo” o qualcosa si è chiaramente inceppato oppure c’è del vero ma non è quello che viene sommariamente raccontato. Qualcuno potrebbe vivere queste asserzioni come una disillusione ma un detto recita: “meglio un’amara verità che una dolce bugia.” Nessuno di coloro che hanno realmente contribuito a diffondere lo yoga tradizionale e i relativi aspetti metafisici (chakra, kundalinī, karma , ecc…) ha mai fatto intendere che il vero yoga fosse una “passeggiata”. Purtroppo il “nuovo mondo” della “spiritualità” post moderna che deriva dalla filosofia orientale in particolare quella induista, passando per la new age, dice molte “dolci bugie”, perchè, in sintesi, ha perduto, generalmente, il ricordo della fonte o matrice dalla quale attinge primariamente la sua conoscenza poi, più o meno, “modificata”. Molti, oggi, vantano contatti con entità soprannaturali, di una certa levatura spirituale, improvvisandosi “esperti” di chakra, karma, reincarnazione, kosha (corpi sottili), dosha (principi bioenergetici), loka (mondi), divyachakshus (chiaroveggenza divina), divyashrotras (chiaroudienza divina), yuga (ere) e quant’altro, tutti concetti chiaramente di matrice induista, purtroppo, però, vi è una diffusa omertà sulla reale origine di tutti queste nozioni metafisiche che strutturano il loro stesso credo. Vengono, generalmente, estrapolati concetti dal contesto filosofico originale per “appropriarsene” indebitamente, facendone un uso approssimativo e inappropriato, processo cominciato con la new age, il contattismo o channeling, sul finire degli anni sessanata. Se è vero che ciascuno può disquisire di ciò che desidera, è vero anche che il semplice disquisirne non rende automaticamente esperti del settore anche se questo può gratificare. Non basta presumere di avere certi “contatti” o aver fatto qualche “corso” per avere l’autorevolezza di poter insegnare aspetti che si rifanno, in tutto o in parte, principalmente all’ashtāngayoga, all’āyurveda e dunque al sāmkhya (uno degli aspetti centrali della metafisica induista), non fosse, se non altro, perché, frequentemente, vengono affermate sostanziali scempiaggini alle quali, ahimè, in diversi credono. Questo, oltre ad ingannare gli altri, distorce la vera filosofia metafisica induista e coloro che amano e rispettano tale filosofia, credono che di questi tempi sia utile così com'è ed hanno fatto un serio percorso di formazione specifico in tal senso che abilita regolarmente alla divulgazione, non dovrebbero accettarlo. Motivo per cui questo video, come altri di questa pagina, fornisce i mezzi conoscitivi, attraverso le conoscenze originali e tradizionali, per tutti coloro che vogliono fare chiarezza per sé e per gli altri, all’interno delle diverse credenze che strutturano questo multiforme sistema “spirituale” postmoderno in via di espansione ma sempre più confuso e caotico.