Tutto ciò che fa parte della creazione, segue da sempre dei cicli di rinascita, sviluppo, trasformazione e morte. In tutte le più antiche tradizioni filosofiche, mistiche e religiose della storia, si è sempre fatto riferimento a questi cicli evolutivi (sanscrito: kalpa), i quali scandiscono la vita di ogni galassia, sistema stellare, sistema planetario, pianeta, come di ogni essere vivente. Così insegnano l’Induismo, il Buddhismo, il Taoismo, la cabala, la civiltà egizia, sumera, azteca, inca, maya, lo gnosticismo, ecc…per fare alcuni esempi. Per l’Occidente possiamo citare anche, ad esempio, i filosofi di Mileto o gli stoici, la cui filosofia si fondava sui concetti di ecpirosi (greco: “conflagrazione”), apocatastasi (greco: “reintegro, ritorno allo stato originario”) e palingenesi (greco: “che nasce ancora, di nuovo”), secondo la dottrina dell’eterno “ritorno” dell’universo. Nelle più antiche correnti filosofiche, mistiche, spirituali ed esoteriche, si parla di cicli maggiori, cicli minori, ere, razze, sottorazze. Gli insegnamenti mistici ed esoterici confermano che tutto sembra seguire la stessa legge, tutto si ripete in eterno. Tutto si evolve, si trasforma e ricomincia. Tra l’altro, alcune teorie di fisica moderna ritengono che al Big Bang iniziale non seguirà, in un lontano futuro, un Big Crunch , in cui l’universo si spegnerà, come conseguenza dell’inevitabile collasso, ma un Big Bounce, il grande rimbalzo, la teoria cosmologica dell’universo oscillante ovvero come conseguenza del collasso, ci sarà una potente esplosione che causerà l’espansione di un nuovo universo e tutto ricomincerà, all’infinito. Tutto questo è perfettamente in linea con i grandi kalpa (cicli cosmici) induisti, dove a srishti, la creazione o manifestazione, segue sempre un pralaya, dissoluzione, a cui segue una nuova creazione e così via. Secondo la teoria fisica del Big Bounce, prima dell’attuale Big Bang esisteva un altro universo preesistente a questo. Ogni manifestazione, per dirla secondo una visione religiosa, viene riassorbita una volta esaurita la funzione divina fondamentale di cui era l’espressione, ma intendendo il concetto più tecnicamente, una volta esauritosi l’impulso iniziale, deve dissolversi e riassorbirsi nella fonte che l’ha emanata, trasformarsi in qualcosa d’altro e rinascere a “nuova vita” nella vastità dello spazio “vuoto”. Il periodo che stiamo vivendo è una “fase critica” perché si trova in un passaggio nevralgico per l’evoluzione umana. Segna il passaggio da uno stato evolutivo ad un altro, fenomeno scandito, in relazione all’essere umano, anche nel passato, ad esempio, da ciò che viene ricordato miticamente come diluvio universale, evento per questo, comune a molte tradizioni antiche. Le forze che si oppongono all’evoluzione (adharma o male) e quelle che la favoriscono (dharma o bene) in questi particolari momenti critici entrano fortemente in collisione, nel caso specifico, attraverso la specie umana, che manifesta sul piano fisico, in questo sistema e in questo pianeta, la dualità tra bene e male, per mezzo del libero arbitrio. Le energie prima nascoste e occulte, vengono in superficie, gruppi esoterici con canali medianici altamente spirituali, come i loro antagonisti, vengono alla luce, iniziati e maestri s’incarnano, come s’incarnano le anime cadute, i falsi maestri e gruppi più o meno occulti ed esoterici che sono l’espressione di ciò che è in antitesi al dharma, l’adharma, il caos, il male o comunque lo si voglia chiamare. La battaglia che prima era in una fase più latente diventa ora manifesta così da esprimersi anche ad un livello sempre più terreno e visibile e la trasformazione che tale passaggio innesca si fa sempre più evidente. Semplificando; ciò che viene definito male, non può lottare direttamente contro la Coscienza divina dell’universo o Dio e, coerentemente con la sua stessa natura, cerca di portare dalla sua parte più anime possibili, alle quali sottrarre la consapevolezza spirituale, per aumentare la sua permanenza. È la kranti di cui parlava Babaji nella sua ultima manifestazione terrena, durante i suoi insegnamenti dal 1970 al 1984, è la concretizzazione del contenuto del Libro dell’Apocalisse (detto anche il Libro della Rivelazione) che il roèh iniziato Giovanni scrisse (anche se i termini più corretti sono: “vide” e “sentì” ovvero canalizzò) negli anni che successero alla “morte” di Gesù Cristo (tenendo presente che l’origine della tradizione apocalittica, in senso stretto e secondo la sua accezione etimologica e semantica e il relativo concetto, sono da ricercare in tutta la cultura ebraica, nonché islamica, oltreché cristiana). Anche se tali cicli temporali hanno senso primariamente all’interno della specie umana, qualora l’apocalisse fosse così lontana da noi, non sarebbe coerente da un punto di vista religioso, mistico e spirituale che all’iniziato Giovanni fossero a suo tempo stati comunicati i simboli di tale evento, circa duemilaquindici anni fa o che Shrī Babaji sia venuto circa 45 anni fa ad avvisare l’umanità dei numerosi cambiamenti imminenti, solo per fare due esempi. Come abbiamo visto, esotericamente, la nascita di Gesù Cristo, ha scandito l’approssimarsi di uno dei punti di maggior scontro tra i principi del dharma e dell’adharma del mahāyuga planetario che coincide con l’inizio della parabola ascendente del Kālīyuga planetario, in quanto l’età nera o Kālīyuga, si sarebbe, da quel momento, approssimata al suo punto più estremo, caratterizzato dallo scontro tra il karma planetario passato e le nuove energie in movimento relative alla condizione ascendente del Kālīyuga planetario. Questo punto nevralgico si sarebbe manifestato durante, appunto, quella che Giovanni, nel 95 d.C. circa, definiva l’apocalisse (rivelazione), cioè in riferimento alla nostra epoca, come, verosimilmente, annunciato, peraltro, dalle numerose apparizioni mariane svoltesi perlopiù tra il secolo scorso e questo. Tutto questo può e deve essere in parte modificato e migliorato attraverso lo sforzo spirituale dell’essere umano, anche se una componente destabilizzatrice è comunque inevitabile. L’essere umano deve seriamente cominciare ad opporsi a scelte di ego, presunzione, falso potere e odio. All’interno di questo importante passaggio temporale, la prima e la seconda guerra mondiale, sono stati eventi appartenenti al passaggio dal decimo Kālīyugapāda (1578-1938) all’undicesimo Kālīyugapāda (1938-2298) . Dal 1908 al 1938 si è manifestato l’ultimo Kālīyugaupapāda del decimo Kālīyugapāda, è seguito il primo Kālīyugaupapāda dell’undicesimo Kālīyugapāda , dal 1938 al 1968, che attraverso la forza cardinale della costellazione dell’Ariete (Mesha) ha provocato grandi cambiamenti, stimolando l’inizio di nuovi stati coscienziali, con il famoso “sessantotto”, anno che segna il passaggio al secondo Kālīyugaupapāda, dal 1968 al 1998, che ha preceduto l’attuale fase di destabilizzazione, la cui manifestazione terrena, si è rinnovata dal 1999 circa e aumenterà sino a raggiungere una delle sue fasi più intense, intorno al 2028 circa in riferimento all’attuale terzo Kālīyugaupapāda (1998-2028), ciò che avverrà dopo è legato come sempre, entro certi limiti, al delicato equilibrio tra il libero arbitrio dell’essere umano e le forze in gioco. Secondo le maggiori profezie, conformemente alla teoria dei cicli, questi anni, saranno un incalzare di eventi destabilizzanti che coinvolgeranno tutta l’umanità e non solo poche nazioni o determinate persone solamente. Gli equilibri che fino a qualche anno fa avevano resistito alle intemperanze e all’egoismo dell’essere umano sono saltati, l’uomo e la donna dovranno raccogliere il forte impulso spirituale che tutti i veri maestri spirituali, di ogni tempo e luogo, hanno da sempre dato al mondo e non rimanere sordi di fronte all’amore puro e incondizionato del Divino. Diversi messaggi spirituali, hanno rivelato che l’eclissi solare totale del giorno 11 agosto 1999, ha segnato l’inizio della manifestazione terrena di un ciclo minore ovvero come abbiamo visto, l’entrata in manifestazione del terzo Kālīyugaupapāda, cominciato nel 1998, all’interno dell’attuale fase più generale di passaggio che nel complesso, come vedremo, durerà per altri 650 anni circa, tra fasi latenti e attive. L’eclissi del 20 marzo 2015 ha segnato il consolidamento del Kālīyugaupapāda attuale e la prossima che avverrà il 12 agosto 2026, segnerà una graduale presa di coscienza collettiva, anche se non indolore, coincidente con il superamento, nel 2028, di questo ciclo minore, per entrare nel Kālīyugaupapāda successivo, quello del Cancro, o Kataka, (2028-2058), che aprirà nuove prospettive per il mondo e nuove sfide per l’umanità. Naturalmente, sebbene il passaggio di ciclo sia inevitabile, in quanto parte di un disegno cosmico che va molto al di là dell’essere umano, la maggiore o minore destabilizzazione di questa transizione è, almeno in parte, condizionata dal comportamento dell’essere umano con i suoi simili, con le altre creature viventi e nei confronti del pianeta in generale, in ultima istanza, dalla capacità di ogni singolo individuo di innescare in se stesso un cambiamento di coscienza che gli permetta di sentire, pensare e ragionare più spiritualmente e prepararsi così allo yuga successivo. L’inizio effettivo e consistente di una totale rinascita spirituale coinciderà con l’inizio del ciclo temporale connesso al Dvāparayuga ascendente, intorno al 2658. I pāda e gli upapāda scandiscono la trasformazione in atto, necessaria per permettere tale passaggio e non sono, di conseguenza, meno importanti.