Hatha Yoga Pradipika – Capitolo 1

Introduzione.

Questo è uno dei testi fondamentali per apprendere la pratica dello Yoga, è composto da 389 versetti, suddivisi in 4 capitoli. In alcune versioni vi è anche un 5° capitolo di circa 24 versetti dove vengono descritti i disturbi provocati da un cattivo e prematuro risveglio della Kundalinī. Questo testo viene attribuito ad un certo Svatmarama, conosciuto anche come Cintamani, membro della Setta Tantrica dei Kanphata Yogin, cioè gli Yogin dalle orecchie forate, perché avevano l’abitudine di forare la cartilagine dei padiglioni auricolari e poi inserirvi solitamente orecchini fatti con un corno di rinoceronte. Questa Setta è una delle più famose Sette Shivaite di Tradizione Tantrica mai esistite. Si dice che i Kanphata Yogin risalgano direttamente al famoso Yogi Tantrico Gorakshanatha. La loro tradizione si basa sui 9 Nath, ovvero Anime Immortali unite a Shiva che si racconta abitino sull’Himalaya a livello eterico e agli 84 Siddha, I Perfetti, coloro che hanno raggiunto la perfezione nello Hatha Yoga, e attraverso questa successione (Parampara) disciplica che l’Hatha Yoga è arrivato fino ai giorni nostri. A capo dei 9 Nath, di cui Goraksha è uno, vi è Adinath, il Signore Supremo, uno degli appellativi di Shiva. All’interno del testo si rende omaggio a Shiva, ai Nath e ai Siddha attraverso cui è stato possibile compilare l’Hatha Yoga Pradipika, inoltre viene spiegato chiaramente (1° Cap. v. 33) che la pratica dello Yoga originariamente fu esposta da Shiva. Questo è uno dei motivi per cui nell’Hinduismo Shiva è conosciuto anche come Yogendhra o Yogishvara, cioè il Signore dello Yoga ed è il motivo anche per cui la corrente conosciuta come Tantrismo è alla base sia della pratica dello Hatha Yoga e sia della fisiologia esoterica descritta all’interno di quest’ultimo, ovvero: Cakra, Nadi, Kundalinī e Kosha. Questo testo che in italiano può essere tradotto come la lampada, la lanterna dello Hatha Yoga, indica un testo illuminante per quanto riguarda questa tradizione. Il termine Hatha ha due significati, uno è quello di sforzo violento, intenso e quindi Hatha Yoga può essere tradotto come lo Yoga dello sforzo violento e l’altro indica l’unione del Principio Solare col Principio Lunare, Ha e Tha, maschile e femminile, Yang e Yin, per usare due termini Taoisti. Lo Yoga dello sforzo violento perché richiede una forte capacità di modellare il corpo fisico, di perfezionarlo, di soggiogarlo, per renderlo accessibile e ricettacolo dell’Energia Sacra dell’Ātman. Anche per compiere gli esercizi preliminari alle asana, l’individuo deve esercitare una certa forza nelle parti del corpo da trattare, in sostanza per praticare lo Hatha Yoga sono necessarie una forte volontà e la disposizione a vincere la stanchezza e la naturale pigrizia a cui il corpo fisico è spontaneamente sottoposto (Tamas). La datazione di questo testo, come sempre, non è semplice. Il manoscritto più antico disponibile risale al 1629 ed è conservato nella Biblioteca di Calcutta, ma secondo fonti storiche è ancora più antico e comunemente gli viene proposta una data intorno al XV° secolo, d’altra parte l’Hatha Yoga Pradipika è considerato il commento al Goraksha Shataka, testo attribuibile a Gorakshanath, uno dei fondatori, come abbiamo visto, della Setta Tantrica dei Kanphata. A questo punto datare la tradizione dello Hatha Yoga diventa quasi impossibile, perché sulla nascita, sulla vita e sulla morte di Gorakshanath ci sono soltanto supposizioni, anche qui è stata proposta una data ed è quella del 900 – 1000 d.C. ma è solo una supposizione. Inoltre, i Kanphata Yogin si rifanno direttamente alla Setta Tantrica, ancora più estrema dei Kaula, i quali già al tempo del sistematizzatore Shivaita Abhinavagupta, che ha operato (e qui sicuramente) intorno al 900 d.C. avevano già una tradizione disciplica, filosofica e pratica consolidata. Se è difficile datare quindi Hatha Yoga Pradipika e ancora più complessa è la datazione della vita di Gorakshanath, impossibile diventa capirci qualcosa, temporalmente parlando, sulla Setta Tantrica dei Kaula. Se poi volgiamo il nostro sguardo alla civiltà riscoperta nei siti di Mohenjo Daro, Harappa ed altri (3000-2500 a.C. circa), dove vi sono testimonianze evidenti che l’Hatha Yoga era già praticato, è meglio rinunciare a qualsiasi datazione.

Hatha Yoga Pradipika Capitolo 1

Atha haṭhayogapradīpikā|
Śrī-ādināthāya namo’stu tasmai yenopadiṣṭā haṭhayogavidyā|
Vibhrājate pronnatarājayogamāroḍhumicchoradhirohiṇīva||1||

1) Questo è l’Hatha Yoga Pradipika, sia gloria al Supremo Adinatha (Shiva) che ha rivelato la conoscenza dello Hatha Yoga, essa è luminosa come una scala che porta in alto per colui che desidera arrivare al Rāja Yoga.

Praṇamya śrīguruṁ nāthaṁ svātmārāmeṇa yoginā|
Kevalaṁ rājayogāya haṭhavidyopadiśyate||2||

2) Dopo aver glorificato il Signore Shiva nella figura del proprio Venerabile Guru lo Yogin Svatmarama espone il Sistema dello Hatha Yoga esclusivamente per permettere ad ogni singolo uomo di ottenere il Rāja Yoga

Bhrāntyā bahumatadhvānte rājayogamajānatām|
Haṭhapradīpikāṁ dhatte svātmārāmaḥ kṛpākaraḥ||3||

3) Svatmarama che è mosso da profonda compassione offre la piccola Lanterna dello Hatha Yoga a coloro che sono persi nell’Oscurità della molteplicità delle opinioni e questo perché non conoscono il Vero Rāja Yoga

Haṭhavidyā hi matsyendragorakṣādyā vijānate|
Svātmārāmo’thavā yogī jānīte tatprasādataḥ||4||

4) La conoscenza dello Hatha Yoga deriva da Matsyendranatha, Gorakshanatha e gli altri Nath, i Quali conoscevano e praticavano la Scienza dello Hatha Yoga e Svatmarama lo Yogin ha potuto apprenderla grazie ad un loro dono

Śrī-ādināthamatsyendraśābarānandabhairavāḥ|
Cauraṅgīmīnagorakṣavirūpākṣabileśayāḥ||5||

5) Il Supremo Adinatha (Shiva), Matsyendranatha, Shabara, Anandabhairava, Caurangi, Mina, Gorakshanatha, Virupaksha, Bileshaya,

Manthāno bhairavo yogī siddhirbuddhaśca kanthaḍiḥ|
Koraṇṭakaḥ surānandaḥ siddhapādaśca carpaṭiḥ||6||

6) Manthana, Bhairava, Yogi Siddhi, Buddha, Kanthadi, Korantaka, Surananda, Siddhapada, Carpati,

Kānerī pūjyapādaśca nityanātho nirañjanaḥ|
Kapālī bindunāthaśca kākacaṇḍīśvarāhvayaḥ||7||

7) Kaneri, Pujapada, Nityanatha, Nirañjana, Kapalin, Bindunatha, Kakacandishvara,

Allāmaḥ prabhudevaśca ghoḍā colī ca ṭiṇṭiṇiḥ|
Bhānukī nāradevaśca khaṇḍaḥ kāpālikastathā||8||

8) Allama, Prabhudeva, Ghodacoli, Tintini, Bhanuki, Naradeva, Khanda-Kapalika

Ityadayo mahāsiddhā haṭhayogaprabhāvataḥ|
Khaṇḍayitvā kāladaṇḍaṁ brahmāṇḍe vicaranti te||9||

9) Coloro che sono i Grandi Siddha (Yogin Perfetti) hanno raggiunto la Potenza Luminosa dello Hatha Yoga e grazie al Suo Potere hanno sconfitto il bastone del Tempo e possono attraversare l’intero Universo

Aśeṣatāpataptānāṁ samāśrayamaṭho haṭhaḥ|
Aśeṣayogayuktānāmādhārakamaṭho haṭhaḥ||10||

10) Lo Hatha Yoga è un sicuro rifugio, come un eremo, per tutti quelli che subiscono tutti i tipi di sofferenze, lo Hatha Yoga è come il dorso di una tartaruga che sorregge tutti i Mondi per tutti coloro che praticano diverse forme di Yoga

Haṭhavidyā paraṁ gopyā yoginā siddhimicchatā|
Bhavedvīryavatī guptā nirvīryā tu prakāśitā||11||

11) Per ottenere la perfezione lo Yogin deve tenere segreta la Scienza dello Yoga, perché questa conoscenza se tenuta nascosta è molto potente, ma se divulgata indiscriminatamente perde la sua forza

Surājye dhārmike deśe subhikṣe nirūpadrave|
Dhanuḥ pramāṇaparyantaṁ śilāgnijalavarjite|

Ekānte maṭhikāmadhye sthātavyaṁ haṭhayoginā||12||

12) Chi desidera praticare lo Yoga deve mettersi nel mezzo di una piccola stanza solitaria, possibilmente libera da rocce, fuoco, acqua, per lo spazio di un dhanus tutto attorno, questo posto si deve trovare in un Regno ben governato, dove non ci sono lotte o calamità naturali, in cui viene osservato il Dharma e dove viene fatta molta misericordia

Alpādvāramarandhragartavivaraṁ nātyuccanīcāyataṁ samyaggomayasāndraliptamamalaṁ niḥśeṣajantūjjhitam|
Bāhye maṇḍapavedikūparuciraṁ prākārasaṁveṣṭitaṁ proktaṁ yogamaṭhasya lakṣaṇamidaṁ siddhairhaṭhābhyāsibhiḥ||13||

13) Le caratteristiche di questa stanza descritte dai Siddha che praticano lo Hatha Yoga sono le seguenti; deve esserci una piccola porta, niente finestre, non devono esserci avvallamenti sul pavimento, non deve essere né eccessivamente alta, né eccessivamente bassa, le mura devono essere fatte con sterco di vacca, deve essere pulita e senza insetti, all’esterno deve esserci un’area consacrata, un pozzo dove attingere l’acqua ed una staccionata che separi dall’esterno

Evaṁvidhe maṭhe sthitvā sarvacintāvivarjitaḥ|
Gurūpadiṣṭamārgeṇa yogameva samabhyaset||14||

14) Dimorando all’interno di questa stanza l’aspirante yogin deve abbandonare ogni preoccupazione e ansietà e praticare sempre l’Hatha Yoga come insegnato dal suo Maestro

Atyāhāraḥ prayāsaśca prajalpo niyamagrahaḥ|
Janasaṅgaśca laulyaṁ ca ṣaḍbhiryogo vinaśyati||15||

15) Sono 6 le cose che ostacolano la realizzazione nello Yoga: 1) cibo eccessivo, 2) sforzi eccessivamente intensi, 3) chiacchiere inutili e su argomenti mondani, 4) rigida osservanza di particolari obblighi religiosi di qualsiasi confessione, 5) relazioni con gente mondana, 6) incostanza e volubilità nella pratica

Utsāhātsāhasāddhairyāttattvajñānācca niścayāt|
Janasaṅgaparityāgātṣaḍbhiryogaḥ prasiddhyati|

Atha yamaniyamāḥ|
Ahiṁsā satyamasteyaṁ brahmacaryaṁ kṣamā dhṛtiḥ|
Dayārjavaṁ mitāhāraḥ śaucaṁ caiva yamā daśa|

Tapaḥ santoṣa āstikyaṁ dānamīśvarapūjanam|
Siddhāntavākyaśravaṇaṁ hrīmatī ca japo hutam|
Niyamā daśa samproktā yogaśāstraviśāradaiḥ||16||

16) Lo Yoga giunge invece a completa realizzazione rispettando 6 qualità che sono:
1) forza di volontà e determinazione nel perseguire la pratica, 2) fervore, passione, 3) costanza, 4) conoscenza e percezione della realtà Divina dietro le apparenze della Maya, 5) fede nel Guru e in Dio, 6) abbandono della gente che svolge una vita terrena.
I 10 Yama (restrizioni) sono: Non violenza, la sincerità, la non possessività, la castità, il perdono, la determinazione, la compassione, il retto comportamento, l’equilibrio nel mangiare, la purezza.
I 10 Niyama (obblighi o prescrizioni) sono: L’ascesi, l’accontentamento, la fede, la tolleranza, l’adorazione del Signore, il giusto ascolto dell’esposizione della dottrina, la vergogna nel non comportarsi in modo conforme agli Yama e ai Niyama, la corretta discriminazione, la ripetizione di Mantra e l’oblazione sacrificale.
Questi sono i 10 Yama e i 10 Niyama per tutti coloro che conoscono i Testi dello Yoga.

Atha āsanam| Haṭhasya prathamāṅgatvādāsanaṁ pūrvamucyate|
Kuryāttadāsanaṁ sthairyamārogyaṁ cāṅgalāghavam||17||

17) Queste sono le Asana (posture del corpo), perché sono il primo mezzo dello Hatha Yoga. Le Asana producono Sthairyam, cioè stabilità fisica, corpo sano e leggero

Vasiṣṭhādyaiśca munibhirmatsyendrādyaiśca yogibhiḥ|
Aṅgīkṛtānyāsanāni kathyante kānicinmayā||18||

18) Verranno descritte alcune Asana, quelle accettate dai Saggi, come Vasishta e dagli Yogin come Matsyendra

Jānūrvorantare samyakkṛtvā pādatale ubhe|
Ṛjukāyaḥ samāsīnaḥ svastikaṁ tatpracakṣate||19||

19) Ciascuna pianta del piede va posta tra il ginocchio e la coscia opposta, la colonna vertebrale deve stare eretta e l’individuo deve essere ben stabile, questa asana è conosciuta come Svastica

Savye dakṣiṇagulphaṁ tu pṛṣṭhapārśve niyojayet|
Dakṣiṇe’pi tathā savyaṁ gomukhaṁ gomukhākṛtiḥ||20||

20) Si metta la caviglia sinistra al lato destro alla base della schiena e la destra al lato sinistro, questa è la Gomukhāsana, ovvero l’asana simile al muso di una vacca (gomukha)

Ekaṁ pādaṁ tathaikasminvanyasedūruṇi sthiram|
Itarasmiṁstathā coruṁ vīrāsanamitīritam||21||

21) Si appoggi fermamente un piede sulla coscia opposta e la coscia sull’altro piede, questa è Virāsana (la posizione dell’eroe)

Gudaṁ nirudhya gulphābhyāṁ vyutkrameṇa samāhitaḥ|
Kūrmāsanaṁ bhavedetaditi yogavido viduḥ||22||

22) Comprimere l’ano con le due caviglie incrociate. Coloro che conoscono lo Yoga sanno che questa è Kurmāsana (posizione della tartaruga)

Padmāsanaṁ tu saṁsthāpya jānūrvorantare karau|
Niveśya bhūmau saṁsthāpya vyomasthaṁ kukkuṭāsanam||23||

23) Dopo aver assunto Padmāsana, lo Yogin ponga i palmi delle mani a terra dopo aver fatto passare le traccia all’interno tra ginocchia e cosce, così fatto si sollevi rimanendo a mezz’aria, questa è la kukkutāsana (la posizione del gallo)

Kukkuṭāsanabandhastho dorbhyāṁ sambadhya kandharām|
Bhavetkūrmavaduttāna etaduttānakūrmakram||24||

24) Assunta la Kukkutāsana, circondare il collo con entrambe le braccia, poggiarsi sul dorso come farebbe una tartaruga rovesciata, questa è Uttanakurmāsana

Pādāṅguṣṭhau tu pāṇibhyāṁ gṛhītvā śravaṇāvadhi|
Dhanurākarṣaṇaṁ kuryāddhanurāsanamucyate||25||

25) Ora si afferrino gli alluci con le mani portandoli verso le orecchie, tendere il corpo ad arco, questa è Dhanurāsana

Prasārya pādau bhuvi daṇḍarūpau dorbhyāṁ padāgradvitayaṁ gṛhītvā|
Jānūparinyastalalāṭadeśo vasedidaṁ paścimatānamāhuḥ||28||

28) Stendere a terra le gambe tenendole tese come bastoni, afferrando le dita dei piedi con le mani e appoggiare la fronte sulle ginocchia, questa si chiama Pashcimatanāsana

Iti paścimatānamāsanāgryaṁ pavanaṁ paścimavāhinaṁ karoti|
Udayaṁ jaṭharānalasya kuryādudare kārśyamarogatāṁ ca puṁsām||29||

29) Questa è eccellente tra le asana, permette al Prana di fluire lungo la colonna dorsale, stimola Jataragni (il Fuoco gastrico), conserva magro il corpo e dona salute

Uttānaṁ śavavadbhūmau śayanaṁ tacchavāsanaṁ|
Śavāsanaṁ śrāntiharaṁ cittaviśrāntikārakam||32||

32) Distendersi a terra supini come un morto, questa è Shavāsana (la posizione dl cadavere), essa toglie la stanchezza e dona riposo allo Spirito

Caturaśītyāsanāni śivena kathitāni ca|
Tebhyaścatuṣkamādāya sārabhūtaṁ bravīmyaham||33||

33) Shiva rivelò 64 asana: io descriverò le 4 fondamentali da me scelte tra queste

Siddhaṁ padmaṁ tathā siṁhaṁ bhadraṁ veti catuṣṭayam|
Śreṣṭhaṁ tatrāpi ca sukhe tiṣṭhetsiddhāsane sadā||34||

34) Le 4 asana migliori tra tutte sono: Siddhāsna, Padmāsana, Simhāsana, Bhadrāsana. Tra queste è meglio praticare sempre Siddhāsana

Tatra siddhāsanam|
Yonisthānakamaṅghrimūlaghaṭitaṁ kṛtvā dṛḍhaṁ vinyasenmeṇḍḥre pādamathaikameva hṛdaye kṛtvā hanuṁ susthiram|
Sthānuḥ saṁyamitendriyo’caladṛśā paśyedbhruvorantaraṁ hyetanmokṣakapāṭabhedajanakaṁ siddhāsanaṁ procyate||35||

35) La posizione dei Siddha o Siddhāsana è la seguente: porre un tallone contro il perineo, e mettere l’altro piede fermamente sopra l’organo genitale comprimendo col tallone il basso ventre. Premere ora il mento sul petto, lo Yogi è così stabile, dominando i sensi si concentri sullo spazio tra le sopracciglia. Questa è conosciuta come Siddhāsana e apre le porte alla liberazione ultima

Meṇḍhrādupari vinyasya savyaṁ gulphaṁ tathopari|
Gulphāntaraṁ ca nikṣipya siddhāsanamidaṁ bhavet||36||

36) Un’altra versione di Siddhāsana è la seguente: porre la caviglia sinistra sopra l’organo genitale, appoggiare su di essa l’altra caviglia. Anche questa è conosciuta come Siddhāsana

Etatsiddhāsanaṁ prāhuranye vajrāsanaṁ viduḥ|
Muktāsanaṁ vadantyeke prāhurguptāsanaṁ pare||37||

37) Qualcuno la chiama Siddhāsana, qualcun altro Vajirāsana, altri Muktāsana e altri ancora Guptāsana

Yameṣviva mitāhāramahiṁsāṁ niyameṣviva|
Mukhyaṁ sarvāsaneṣvekaṁ siddhāḥ siddhāsanaṁ viduḥ||38||

38) I Siddha come sanno che una dieta equilibrata è lo Yama più importante e la tolleranza il più importamte tra i Niyama, così la Siddhāsana è la principale tra le asana

Caturaśītipīṭheṣu siddhameva sadābhyaset|
Dvāsaptatisahasrāṇāṁ nāḍīnāṁ malaśodhanam||39||

39) Tra le 64 asana che si pratichi continuamente la Siddhāsana poiché libera dalle tossine le 72.000 nadī

Ātmadhyāyī mitāhārī yāvaddvādaśavatsaram|
Sadā siddhāsanābhyāsādyogī niṣpattimāpnuyāt||40||

40) Lo Yogin che meditando sull’Ātman osserva una dieta scarna per 12 anni, praticando continuamente la Siddhāsana ottiene Moksha, la Liberazione

Kimanyairbahubhiḥ pīṭhaiḥ siddhe siddhāsane sati|
Prāṇānile sāvadhāne baddhe kevalakumbhake|
Utpadyate nirāyāsātsvayamevonmanī kalā||41||

41) Che necessità abbiamo delle altre asana quando si raggiunge la perfezione attraverso Siddhāsana? Quando il Prana è controllato per mezzo del Kevala-kumbaka, la totale assenza di attività mentale (stato di Unmani) si genera spontaneamente, senza sforzo

Tathaikasminneva dṛḍhe siddhe siddhāsane sati|
Bandhatrayamanāyāsātsvayamevopajāyate||42||

42) Solo quando si padroneggia Siddhāsana i tre Banda, si manifestano spontaneamente

Nāsanaṁ siddhasadṛśaṁ na kumbhaḥ kevalopamaḥ|
Na khecarīsamā mudrā na nādasadṛśo layaḥ||43||

43) Non ci sono asana pari alla Siddhāsana, ne Kumbhaka pari al Kevala, ne Mudra pari alla Kechari, ne Laya pari al Nada

Atha padmāsanam|
Vāmorūpari dakṣiṇaṁ ca caraṇaṁ saṁsthāpya vāmaṁ tathā dakṣorūpari paścimena vidhinā dhṛtvā karābhyāṁ dṛḍham|
Aṅguṣṭhau hṛdaye nidhāya cibukaṁ nāsāgramālokayedetadvyādhivināśakāri yamināṁ padmāsanaṁ procyate||44||

44) Questa è la Padmāsana. Mettendo il piede destro sulla coscia sinistra e il sinistro sulla coscia destra, le mani afferrano gli alluci dopo che le braccia sono passate da dietro la schiena. Si preme successivamente il mento nella zona del cuore, si direziona gli occhi sulla punta del naso (Nasikagadrishti) e così facendo per coloro che praticano correttamente gli Yama i disturbi del corpo vengono allontanati. Questa è Padmāsana. Di seguito, dal 45° verso fino al 54° compreso oltre alla Siddhāsana e alla Padmāsana (posizione del Loto) già descritte, vengono descritte e glorificate la Simhāsana (posizione del Leone) e la Bhadrāsana (la posizione benefica, fausta). È necessario a questo punto aprire una parentesi. Non tutti i testi originali dello Yoga concordano sempre nella descrizione delle varie asana, anche se, le differenze sono di facile interpretazione per il serio studioso di Hinduismo. Ad esempio, il 44° verso dello Hatha Yoga Pradipika, il testo qua parafrasato descrive la Padmāsana aggiungendo alla posizione classica anche l’incrocio delle braccia dietro la schiena con l’afferramento da parte della mano destra sull’alluce del piede sinistro e della mano sinistra sull’alluce del piede destro. Questa posizione è tradizionalmente conosciuta come Baddha o Bandha Padmāsana, cioè la posizione del Loto legata, mentre la posizione del Loto tradizionale è quella in cui le mani poggiano sulle ginocchia. Queste differenze sono marginali e di poca importanza per il praticante di Hatha Yoga, ma hanno un senso ben preciso che sarà approfondito oltre. Nel Testo presente queste asana sono considerate fondamentali per ogni Hatha Yogi, perché come spiegato precedentemente da Svatmarama, la Siddhāsana, la Padmāsana, la Simhāsana e la Bhadrāsana, sono indispensabili per la pratica di questo approccio Yoga in quanto preparano lo Yogin ai Bandha, ai Prānāyāma e ai Mūdra. La stessa problematica che è nata per la Padmāsana e la Baddha Padmāsana, c’è anche nella descrizione della Bhadrāsana, dove secondo alcuni è una sorta di Vajirāsana a gambe allargate, secondo il testo corrisponde alla posizione avanzata che è tradizionalmente conosciuta come Mulabandhāsana. Svatmarama chiama la Bhadrāsana anche con il nome di Gorakshāsana, anche se secondo altri la Gorakshāsna è una variante della Mulabandhāsana con le dita dei piedi che toccano l’ombellico.

Uttānau caraṇau kṛtvā ūrusaṁsthau prayatnataḥ|
Ūrumadhye tathottānau pāṇī kṛtvā tato dṛśau||45||

Nāsāgre vinyasedrājadantamūle tu jihvayā|
Uttambhya cibukaṁ vakṣasyutthāpya pavanaṁ śanaiḥ||46||

Idaṁ padmāsanaṁ proktaṁ sarvavyādhivināśanam|
Durlabhaṁ yena kenāpi dhīmatā labhyate bhuvi||47||

Kṛtvā sampuṭitau karau dṛḍhataraṁ baddhvātu padmāsanaṁ gāḍhaṁ vakṣasi sannidhāya cibukaṁ dhyāyaṁśca taccetasi|
Vāraṁvāramapānamūrdhvamanilaṁ protsārayanpūritaṁ nyañcanprāṇamupaiti bodhamatulaṁ śaktiprabhāvānnaraḥ||48||

Padmāsane sthito yogī nāḍīdvāreṇa pūritam|
Mārutaṁ dhārayedyastu sa mukto nātra saṁśayaḥ||49||

Atha siṁhāsanam|
Gulphau ca vṛṣaṇasyādhaḥ sīvanyāḥ pārśvayoḥ kṣipet|
Dakṣiṇe savyagulphaṁ tu dakṣagulphaṁ tu savyake||50||

Hastau tu jānvoḥ saṁsthāpya svāṅgulīḥ samprasārya ca|
Vyāttavaktro nirīkṣeta nāsāgraṁ susamāhitaḥ||51||

Siṁhāsanaṁ bhavedetatpūjitaṁ yogipuṅgavaiḥ|
Bandhatritayasandhānaṁ kurute cāsanottamam||52||

Atha bhadrāsanam|
Gulphau ca vṛṣaṇasyādhaḥ sīvanyāḥ pārśvayoḥ kṣipet|
Savyagulphaṁ tathā savye dakṣagulphaṁ tu dakṣiṇe||53||

Pārśvapādau ca pāṇibhyāṁ dṛḍhaṁ baddhvā suniścalam|
Bhadrāsanaṁ bhavedetatsarvavyādhivināśanam|
Gorakṣāsanamityāhuridaṁ vai siddhayoginaḥ||54||

Evamāsanabandheṣu yogīndro vigataśramaḥ|
Abhyasennāḍikāśuddhiṁ mudrādipavanakriyām||55||

55) Dopo aver praticato le Asana con i Bhanda, l’individuo è un signore tra gli yogin, ora lo stadio successivo è la purificazione delle nadi attraverso i Mudra e i Pavanakriya, (le azioni del vento, ovvero i Pranayama e i Kumbhaka)

Āsanaṁ kumbhakaṁ citraṁ mudrākhyaṁ karaṇaṁ tathā|
Atha nādānusandhānamabhyāsānukramo haṭhe||56||

56) Le Asana, i Kumbhaka, i Mudra, e quindi l’ascolto del Suono ineriore, questa è la sequenza dello Hatha Yoga.

Brahmacārī mitāhārī tyāgī yogaparāyaṇaḥ|
Abdādūrdhvaṁ bhavetsiddho nātra kāryā vicāraṇā||57||

57) Colui che è casto, colui che osserva una dieta sensata, che non si confonde con gli attaccamenti terreni, colui che non è condizionato e che quindi si dedica allo Yoga, nel corso di un anno acquisisce la natura del Siddha, nessun dubbio può esserci

Susnigdhamadhurāhāraścaturthāṁśavivarjitaḥ|
Bhujyate śivasamprītyai mitāhāraḥ sa ucyate||58||

58) Mitahara, la dieta moderata è composta da cibo untuoso, dolce, ingerito in una quantità da lasciare vuoto un quarto dello stomaco in onore e per il piacere di Shiva

Kaṭvamlatīkṣṇalavaṇoṣṇahāritaśākasauvīratailatilasarṣapamadyamatsyān|
Ājādimāṁsadadhitakrakulatthakolapiṇyākahiṅgulaśunādyamapathyamāhuḥ||59||

Dal verso 59 al verso 64 compresi viene fatta una disamina simbolica di alcun cibi adatti o dannosi allo yogi, vengono inoltre elencate alcune astensioni alle quali lo yogin deve attenersi. Sono ingiunzioni sia quelle dietetiche che quelle più etiche che sono profondamente simboliche e che in questi versi non devono essere interpretate alla lettera, anche perché l’Ayurveda è la Scienza del Mitahara, la giusta dieta e se vogliamo capire quale tipo di cibo per noi è proficuo o dannoso, a seconda della propria costituzione, dobbiamo necessariamente approcciarsi al Sistema Ayurvedico. Al verso 63 viene ricordata per ogni sadhaka (praticante spirituale) l’importanza che ha nella dieta di ognuno il Ghi o Ghrita che è il burro purificato o chiarificato, alimento usato anche negli antichi Rituali Vedici del Fuoco (Yajña)

Bhojanamahitaṁ vidyātpunarasyoṣṇīkṛtaṁ rūkṣam|
Atilavaṇamamlayuktaṁ kadaśanaśākotkaṭaṁ varjyam||60||

Vahnistrīpathisevānāmādau varjanamācaret|
Tathā hi gorakṣavacanam – Varjayeddurjanaprāntaṁ vahnistrīpathisevanam|
Prātaḥsnānopavāsādi kāyakleśavidhiṁ tathā||61||

Godhūmaśāliyavaṣāṣṭikaśobhanānnaṁ kṣīrājyakhaṇḍanavanītasitāmadhūni|
Śuṇṭhīpaṭolakaphalādikapañcaśākaṁ mudgādi divyamudakañca yamīndrapathyam||62||

Puṣṭaṁ sumadhuraṁ snigdhaṁ gavyaṁ dhātuprapoṣaṇam|
Mano’bhilaṣitaṁ yogyaṁ yogī bhojanamācaret||63||

Yuvā vṛddho’tivṛddho vā vyādhito durbalo’pi vā|
Abhyāsātsiddhimāpnoti sarvayogeṣvatandritaḥ||64||

64) Colui che è giovane di età, il vecchio o il molto vecchio, colui che è debilitato da malattia, se senza paura perseguono la ricerca della Perfezione in ogni aspetto dello Yoga, grazie alla costanza nella pratica, ottengono beneficio

Kriyāyuktasya siddhiḥ syādakriyasya kathaṁ bhavet|
Na śāstrapāṭhamātreṇa yogasiddhiḥ prajāyate||65||

65) Soltanto attarverso l’azione (Kriya) si ottiene la Perfezione, non astenendosi da essa, non è attraverso la sola lettura dei trattati che si può raggiungere la vittoria e la perfezione nello Yoga

Na veṣadhāraṇaṁ siddheḥ kāraṇaṁ na ca tatkathā|
Kriyaiva kāraṇaṁ siddheḥ satyametanna saṁśayaḥ||66||

66) Né l’indossare le vesti di uno Yogin, né il conversare di Yoga sono causa della perfezione in esso, ma soltanto attraverso l’azione nella pratica si raggiunge la perfezione nello Yoga, questa è la verità fuori da ogni dubbio

Pīṭhāni kumbhakāścitrā divyāni karaṇāni ca|
Sarvāṇyapi haṭhābhyāse rājayogaphalāvadhi||67||

67) Le Asana, i Kumbhaka e tute queste pratiche Divine sono gli esercizi dello Hatha Yoga e praticate insieme portano a toccare il frutto, il Rāja Yoga.

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